Confronto con le Istituzioni del settore per definire una Rete Clinica
Requisiti, modelli assistenziali/organizzativi e indicatori di esito per migliorare l’accessibilità alle cure e valorizzare le competenze specialistiche dei professionisti sanitari del wound care: durante la Cerimonia Inaugurale del XIII Congresso Nazionale, a Padova, AISLeC si è confrontata con diversi interlocutori istituzionali su questi temi, di fronte a una platea attenta e partecipe.
I modelli organizzativi e professionali per la gestione dei pazienti e delle loro patologie sono diversi, e diversi sono anche i livelli di efficacia e di accessibilità alle cure: AISLeC APS crede nel confronto tra interlocutori istituzionali come contributo all’individuazione di standard e requisiti, in vista della definizione di una Rete clinica “Lesioni cutanee” che migliori la gestione assistenziale delle persone con lesioni cutanee, misuri e valuti gli esiti di salute, valorizzando le specifiche competenze specialistiche dei diversi professionisti sanitari.
Dopo l’Introduzione di Laura Stefanon, Presidente AISLeC e del Congresso, e i saluti delle Autorità – Nereo Tiso, Consigliere del Comune di Padova; Maurizio Zega, Consigliere Comitato Centrale FNOPI e Presidente OPI Roma; Fabio Castellan, Presidente OPI Padova; Michele Tessarin, Direttore Sanitario Azienda Ospedaliera – Università di Padova; Elia Ricci, Coordinatore Attività Regionali AIUC ETS – si sono succeduti diversi interventi, moderati dal Tesoriere AISLeC Battistino Paggi:
Gianluca Castiello ha parlato di “Lesioni cutanee: quale impatto oggi sul SSN”, Tonino Aceti di “Equità di accesso alle cure e sostenibilità: stato dell’arte e indicatori di sorveglianza disponibili del problema lesioni cutanee”, Angela Deni di “Assistenza sanitaria e uso dei Dispositivi Medici: una indagine sulla percezione degli operatori in ambito wound care”, Luigi Pais Dei Mori di “Indicatori e valorizzazione competenze infermieristiche: risultati studio AIDOMUS” e infine Deborah Cesura Granara di “Modello organizzativo, sorveglianza, valutazione costi ed esiti con valorizzazione competenze professionisti: l’esperienza di ASL3 Liguria”.
“Questi interventi ci confermano che l’occasione di oggi è importante per un incontro tra professionisti e tra persone: serve più attenzione per il problema delle lesioni cutanee, e il problema non è nostro ma del Servizio Sanitario Nazionale – ha commentato Laura Stefanon – Non abbiamo omogeneità territoriale di cura, al netto di alcune isole felici, mancano i dati, gli studi di incidenza e di prevalenza. Su questo occorre lavorare, per non disperdere energie e competenze, e per poter garantire i migliori standard di cura possibili alle persone con lesioni cutanee”.
Si è quindi svolta l’attesa Tavola Rotonda, moderata da Laura Stefanon, cui hanno preso parte:
• Tonino Aceti, Presidente Salutequità
• Carlotta Scarpa, U.O. Chirurgia Plastica Università di Padova
• Deborah Cesura Granara, Responsabile Attività Centro Assistenza Vulnologica e Rete Wound Care ASL3 Liguria
• Angela Deni, Responsabile Relazioni Istituzionali Centrali Confindustria Dispositivi Medici
• Luigi Pais Dei Mori, Consigliere FNOPI, Presidente OPI Belluno
• Lorena Martini, Direttore Formazione ECM Agenas
• Giorgio Simon, Già Direttore Generale Azienda Sanitaria, Direttore Progetto Spilimbergo
• Elia Ricci, Coordinatore attività regionali AIUC ETS
Ognuno dei partecipanti, dal suo punto di vista, ha indicato nodi critici o possibili ambiti di lavoro:
Martini, dopo aver parlato del DM 77 come “spinta per il cambiamento della professione infermieristica”, ha insistito sul concetto di interdisciplinarietà e sulla necessità di una formazione adeguata.
Simon ha sottolineato la necessità di rivedere la struttura delle Azienda Sanitarie, basata su una figura di direttore generale “non al passo coi tempi” e sul bisogno di dati e misurazioni esatte in tema di lesioni cutanee.
Ricci, sottolineando come sia AISLeC che AIUC siano “due associazioni di volontari in un mondo che non li riconosce” ha lanciato l’idea di stilare LEA basati su indicatori di processo.
Scarpa ha insistito sulla validità della telemedicina e dei PDTA.
Aceti (“Quel che non si misura non esiste”) ha proposto di inserire un indicatore sulle lesioni cutanee nel Piano Nazionale Esiti. Pais Dei Mori (“Siamo gente che gestisce processi, non che fa cose: questo fa la differenza”) ha parlato di de e ipermansionamento, denunciando un problema di governance.
Infine, Cesura Granara ha sottolineato come “il PNRR costituisca un’opportunità da non perdere, anche se sempre nel nome dell’interdisciplinarità: parliamo di processi”, e Maiello ha nuovamente insistito sulla necessità di dati e indicatori esatti sul settore. In conclusione, la Presidente Stefanon ha promesso che AISLeC, “alla luce di quanto emerso, si farà carico di strutturare il canovaccio del cambiamento”.
In conclusione, un momento di intrattenimento musicale ha concluso una Cerimonia Inaugurale ricca di contenuti e di significato, che ha aperto al meglio, in via ufficiale, i lavori congressuali.