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AISLEC AL XIII CONGRESSO NAZIONALE SIDMI

L’intervento di Laura Stefanon sulla formazione, i passi da fare e l’interdisciplinarità

La Presidente AISLeC, Laura Stefanon, ha partecipato al XXVII Congresso Nazionale SIDMI (Società Italiana per la Direzione e il Management delle Professioni infermieristiche) svoltosi dal 7 al 9 novembre a Orvieto e dedicato a “Le sfide della leadership infermieristica e delle professioni sanitarie 4.0 tra alleanze, reti, innovazioni e radici”.

Un tema caldo al management per la persona con lesioni cutaneea cui il Congresso Nazionale AISLeC di Padova ha recentemente dedicato la sessione inaugurale, che la dott.ssa Stefanon ha declinato nell’ambito della tavola rotonda “Il contributo della formazione e della ricerca allo sviluppo della direzione e del management”.

Il wound care, contrariamente a quanto si pensa, tocca ogni specialità, tutti i setting di cura, ogni contesto e fascia d’età – ha esordito Stefanon – né esiste una specialità che riguarda il wound care nella Laurea in Medicina e Chirurgia. Oltre alle competenze tecniche e diagnostiche ne servono altre, è un ambito aperto, ci stiamo lavorando. I colleghi ci chiedono continuamente come il management incontri la prima linea, cioè gli infermieri impegnati nei contesti di cura. E ci chiedono soprattutto formazione”.

E proprio sul fronte della formazione si è dipanato l’intervento della presidente AISLeC: “Occorre individuare insieme le modalità di sviluppo, organizzazione e valorizzazione della professione – ha detto Stefanon – I giovani si aspettano riconoscimento, e occorre integrare lo sviluppo e il mantenimento delle competenze, non solo in direzione di un’iperspecializzazione, ma tenendo presenti continuità diverse: se pensiamo alla continuità tra ospedale e territorio, il 35% dei pazienti in carico ai servizi infermieristici ambulatoriali e domiciliari è costituito da persone con lesioni cutanee. Eppure ci mancano i percorsi, e ci manca l’utilizzo sinergico di teleconsulto, telenurse e telemedicina”.

La Presidente AISLeC ha insistito anche sulla necessità di un linguaggio comune (“Nonostante i tanti documenti di indirizzo si riscontra ancora una notevole difformità nella descrizione delle lesioni, soprattutto rispetto agli esiti”) e sull’esigenza di un’accurata documentazione delle lesioni cutanee. La parola d’ordine resta una: “Interdisciplinarità – ha detto la dott.ssa Stefanon citando l’importanza del confronto e della Consulta FNOPI – Lavorare insieme ci porterà lontano, anche in direzione di un nuovo equilibrio tra professione e vita personale”.

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