L’intervento di Laura Stefanon sulla formazione, i passi da fare e l’interdisciplinarità
La Presidente AISLeC, Laura Stefanon, ha partecipato al XXVII Congresso Nazionale SIDMI (Società Italiana per la Direzione e il Management delle Professioni infermieristiche) svoltosi dal 7 al 9 novembre a Orvieto e dedicato a “Le sfide della leadership infermieristica e delle professioni sanitarie 4.0 tra alleanze, reti, innovazioni e radici”.
Un tema caldo al management per la persona con lesioni cutanee, a cui il Congresso Nazionale AISLeC di Padova ha recentemente dedicato la sessione inaugurale, che la dott.ssa Stefanon ha declinato nell’ambito della tavola rotonda “Il contributo della formazione e della ricerca allo sviluppo della direzione e del management”.
“Il wound care, contrariamente a quanto si pensa, tocca ogni specialità, tutti i setting di cura, ogni contesto e fascia d’età – ha esordito Stefanon – né esiste una specialità che riguarda il wound care nella Laurea in Medicina e Chirurgia. Oltre alle competenze tecniche e diagnostiche ne servono altre, è un ambito aperto, ci stiamo lavorando. I colleghi ci chiedono continuamente come il management incontri la prima linea, cioè gli infermieri impegnati nei contesti di cura. E ci chiedono soprattutto formazione”.
E proprio sul fronte della formazione si è dipanato l’intervento della presidente AISLeC: “Occorre individuare insieme le modalità di sviluppo, organizzazione e valorizzazione della professione – ha detto Stefanon – I giovani si aspettano riconoscimento, e occorre integrare lo sviluppo e il mantenimento delle competenze, non solo in direzione di un’iperspecializzazione, ma tenendo presenti continuità diverse: se pensiamo alla continuità tra ospedale e territorio, il 35% dei pazienti in carico ai servizi infermieristici ambulatoriali e domiciliari è costituito da persone con lesioni cutanee. Eppure ci mancano i percorsi, e ci manca l’utilizzo sinergico di teleconsulto, telenurse e telemedicina”.
La Presidente AISLeC ha insistito anche sulla necessità di un linguaggio comune (“Nonostante i tanti documenti di indirizzo si riscontra ancora una notevole difformità nella descrizione delle lesioni, soprattutto rispetto agli esiti”) e sull’esigenza di un’accurata documentazione delle lesioni cutanee. La parola d’ordine resta una: “Interdisciplinarità – ha detto la dott.ssa Stefanon citando l’importanza del confronto e della Consulta FNOPI – Lavorare insieme ci porterà lontano, anche in direzione di un nuovo equilibrio tra professione e vita personale”.