Giovedì 12 Novembre 2020 dalle ore 17:00 alle ore 18.30
Oggi nel mondo della cura delle ferite vi è l’esigenza di individuare nuove soluzioni e tecnologie per gestire, in modo sempre più efficace ed efficiente, le lesioni cutanee, in particolare quelle non curative, per gestire i segni di infezione, spesso presenti, accorciare i tempi di guarigione e poter garantire una qualità sempre maggiore dell’assistenza migliorando gli esiti di cura oltre i costi diretti e indiretti compresi quelli sociali.
Una delle tecnologie sviluppate, in fase di disseminazione e implementazione, è utilizzato della Fotobiomodulazione (PBM) che ha l’obiettivo di controllare le infezioni, influenzare i meccanismi fisiopatologici per facilitare il processo di cicatrizzazione delle ulcere in particolare recalcitranti, influenzandone i tempi di trattamento .
La Fotobiomodulazione si basa su un trasferimento di energia sotto forma di fotoni da un emettitore di luce (dispositivo) al paziente grazie all’assorbimento della radiazione luminosa da parte di un recettore biologico target (cromoforo) che induce trasformazioni osservabili e misurabili a livello della parte dell’organismo trattata.
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