Gestione domiciliare di un paziente COVID-19, l'esperienza ADI Livenza (PN)

Gestione domiciliare di un paziente COVID-19, l'esperienza ADI Livenza (PN)

Gestione domiciliare di un paziente COVID-19, l'esperienza ADI Livenza (PN)

Conosco G. da anni, un uomo di 65 anni, educato e cordiale, un incidente stradale lo ha costretto in carrozzina. Da tempo accede al nostro servizio per la gestione di lesioni cutanee agli arti inferiori che insorgono in seguito a traumi accidentali.

“Silvia, sono caduto dalla carrozzina e mi sono fatto male, ho bisogno di aiuto! Devo dirti però che dopo che il papà è deceduto, mi hanno fatto il tampone e sono positivo”

La mia reazione è stata subito di tristezza, ma la mia risposta è stata immediata: “G. come stai? non preoccuparti, domani veniamo a vedere cosa succede”

Nel pomeriggio organizzo il giro del giorno dopo facendo in modo che il paziente positivo rimanga l’ultimo da visitare per quella giornata, con i colleghi rileggo il protocollo aziendale con particolare attenzione alle procedure di vestizione/svestizione. Rivedo un tutorial per sicurezza.

Al mattino, prima dell’accesso chiamo telefonicamente il paziente, reperisco informazioni sul suo stato di salute, mi riferisce febbricola 37.2, con alterazioni del gusto e dell’olfatto e tosse, non dolori articolari, non dispnea.

La casa di G. è singola, con giardino, dorme e vive al piano terra, c’è un tavolino all’ingresso che gentilmente chiedo di sgomberare. Concordiamo un orario preciso del mio arrivo in modo che riesca ad arieggiare la stanza prima dell’accesso, gli chiedo di indossare una mascherina chirurgica durante la prestazione.

Predispongo tutto il materiale in una scatola di cartone organizzato che ho in mente di lasciare a casa del paziente, allestisco l’auto nella quale ho messo anche il bidone contenente rifiuti speciali.

Mi vesto all’ingresso, utilizzando come base di appoggio il tavolino. Entro in casa salutando G. cordialmente lo tranquillizzo, è molto preoccupato per me, ha paura di contagiarmi. Lo rassicuro sull’uso dei dispositivi di protezione.

Valuto la ferita, effettuo la medicazione e programmo un altro accesso, esco di casa mi svesto e smaltisco i DPI nei bidoni che avevo precedentemente preparato fuori dalla porta.

Questo è uno dei tanti esempi che noi infermieri del territorio ci troviamo a gestire ogni giorno garantendo un servizio 7 giorni su 7.

L’attività del nostro servizio è stata modificata con particolare attenzione alla messa in sicurezza nostra e dei pazienti che andiamo a visitare. Sono state implementate le procedure di disinfezione degli ambienti lavorativi e creati dei protocolli per la gestione delle auto e la loro sanificazione dopo gli accessi. Nel corso della pandemia, le indicazioni aziendali che ci sono state date sono cambiate velocemente in relazione alle disposizioni fornite dall’ ISS. Ad oggi, vista l’impossibilità di avere una diagnosi certa alla dimissione ospedaliera, trattiamo tutti come potenziali positivi, riuscendo a garantire una frequenza e una qualità di gestione delle lesioni pressoché uguale a prima.

Sul territorio abbiamo sia pazienti COVID che numerosi pazienti dimessi dalle altre strutture per la riorganizzazione dei servizi ospedalieri. Sono persone con diverse problematiche ma facilmente portatori di lesioni cutanee. La letteratura evidenzia come ci sia la presenza, per esempio, di acro-ischemia in pazienti critici COVID-2019 con cianosi delle dita dei piedi, flittene e gangrena secca1. E sicuramente da non sottovalutare le lesioni da pressione, dovute sia a prolungato allettamento che a dispositivi medici come maschere di ossigeno, cateteri urinari, tubi tracheotomia, ecc.2 Ecco allora come sia di grande importanza la presenza sul territorio di un buon team coordinato da un infermiere specialista in lesioni cutanee, in grado di gestire in maniera sicura e competente le lesioni, limitando al minimo l’accesso in struttura ospedaliera.

La condivisione quotidiana di informazioni, linee guida, buone pratiche, ma anche di problematiche, di pensieri, di strategie con il nostro coordinatore e tra di noi è la chiave per riuscire a garantire un servizio ineccepibile e di qualità anche ai tempi del coronavirus.

 

Silvia Bond

Delegato Regionale AISLeC Friuli Venezia Giulia

 

1. Clinical and Coagulation Characteristics of 7 Patients With Critical COVID-2019 Pneumonia and Acro-Ischemia, 2020

2. Prevalenza e analisi delle lesioni da pressione correlate ai dispositivi medici: risultati dell'indagine internazionale sulla prevalenza delle ulcere da pressione, 2018